sabato 15 luglio 2017

CHI HA PAURA DELL'UOMO NERO?

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Nel paese in cui ci si è sempre arrangiati con metodi border line con la legalità e la moralità. Il paese in cui il concetto di libertà è inteso molto spesso come anarchia comportamentale a proprio  uso e consumo. Dove le leggi sono fatte per essere aggirate prima ancora che rispettate. Dove l’evasione fiscale piccola o grande è vista con compiacimento. Dove quando prendiamo una sacrosanta multa siamo pronti a far causa o ad affidarci all’amico compiacente nell’ufficio giusto per farcela togliere Dove l’llegalità e i metodi mafiosi siamo riusciti ad esportarla in tutto il mondo più della pizza e degli spaghetti. Un paese dove si è quasi sempre votato per clientela e favoritismi diretti o indiretti ebbene proprio in questo paese le bacheche di Fb, le discussioni nei bar o per la strada ormai hanno un filo comune che le lega e che trova spesso complicità ed approvazione. Sono troppi, sono delinquenti, rimandiamoli al paese loro. Ormai tutti i giorni e più volte al giorno ci sono siti e persone che rilanciano sdegnati notizie vere, presunte o, spesso false, di crimi commessi da extracomunitari. Ci sono partiti e movimenti che su questo ci sguazzano e attirano consensi. Questi atteggiamenti hanno anche ridato voce e visibilità a movimenti che, in uno stato serio, sarebbero da tempo stati relegati nelle pagine più vergognose dei libri di storia o nel registro degli indagati. Non sarò certo io a dire che l’ondata migratoria massiccia non rappresenti un problema. Ma sono anche cosciente che il problema più grosso ce l’hanno loro con la disperazione, con i drammi e le tragedie che li hanno portati fino da noi. Come sono cosciente che tra di loro ci sia anche chi delinque. Mi pare che sono esseri umani e non c’è alcuna comunità umana ove elementi di delinquenza non siano presenti. Nel loro caso c’è anche una forte molla di carattere psicologico come quella di avere a portata di mano quel benessere sognato e inseguito e non poterne godere Ma questo continuo esaltare le notizie di reati quando, questi, riguardano i migranti, oltre che aumentare il senso di  insicurezza collettiva (paura) rende ancora più difficile un confronto sereno, per quanto possibile, con il problema. e con le sue eventuali e possibili soluzioni. D’altra parte che questo sia vero lo dicono le statistiche, i reati commessi dagli stranieri sono, percentualmente, più o meno in linea con quelli commessi dagli italiani. Quindi va condannato, come è normale che sia, l’atto delinquenziale e non l’aggravante, dell’ essere stato commesso da uno straniero. Uno stupro perpetrato da un italiano non è meno grave e odioso di uno commesso da un immigrato (magari di colore) ma non ha la stessa rilevanza mediatica e lo stesso tasso d’indignazione. Lo spaccio di droga non fa schifo perché il pusher è marocchino (e anche perché il grande trafficante che lo utilizza quasi sempre è italiano) ma perché la cultura dello sballo e della morte che la droga comporta va rigettata e combattuta a prescindere. Il fenomeno dell’emigrazione si  deve analizzare nella sua gestione e risoluzione nell’ottica che non sia quella dell’emergenza. Perché ormai il fenomeno è endemico e strutturale. Come endemici e strutturali sono i motivi che li portano a rischiare la vita in traversate del deserto e in mare aperto vedendo morire spesso i propri cari. Non voglio parlare delle responsabilità storiche dell’Occidente, e, quindi anche dell’Italia, nelle guerre, nelle carestie, nell’appoggio e finanziamento di regime dittatoriali in cambio di materie prime per le multinazionali, oltre la vergognosa vendita di armi. La mia riflesione puntava soprattutto a sensibilizzare tutti quelli che si fanno facilmente condizionare da notizie, spesso ripeto, anche gonfiate, dimenticando che in casa nostra i primi e, per tanti anni, gli unici a delinquere e a non rispettare le regole siamo stati noi. Pronti, però, di fronte al nero sporco e cattivo a diventare i paladini della legalità e della nostra cultura (si cultura, perché anche di questo si riempiono la bocca, quelli che fino a ieri il massimo impegno culturale prodotto era nel leggere il Corriere dello Sport o Novella 2000).

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